Connettivo per la promozione della Poesia in azione ideale con il manifesto di Antonio Leonardo Verri
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mercoledì 17 maggio 2023
zona|disforme [risonanze] 4 - da Carlotta Cicci e Stefano Massari
--
martedì 16 maggio 2023
E se nel giallo ti vedrò di Marcello Buttazzo (I Quaderni del Bardo Edizioni di Stefano Donno)
Marcello Buttazzo canta, a volte ossessivamente attraverso la
reiterazione di lemmi e situazioni, la vita (la sua e quella d’intorno)
rendendola in versi frementi sino alla vertigine. L’esito (rinvenibile
specialmente dalla lettura a voce alta di questi versi) è quello d’un
intreccio polisonoro e policromatico che consente di entrare nel mondo
poetico di Marcello Buttazzo. (Vito Antonio Conte)
In fondo la
poesia di Marcello Buttazzo è e resta una lirica d’amore nel senso più
ampio di questo termine a sua volta così ampio e il presente libro non
si sottrae certamente a ciò. Ma, sullo sfondo, si agita una certa
disperazione, o forse lacerazione, un’ansietà diffusa che non sembra
trovare vera pace, che non si placa. Riguarda il destino del poeta e del
mondo. (Roberto Dall’Olio)
Camera sul vuoto di Bruno Galluccio Einaudi)
In questa sua nuova raccolta (particolarmente felice sia per la
struttura sia per gli esiti delle singole poesie) Bruno Galluccio parte
proprio dalla fisica quantistica e dalla piú aggiornata cosmologia
La fisica e la poesia moderne battono strade
convergenti intorno a logiche altre, indipendenti dai principî di non
contraddizione, di causa-effetto, dai criteri di identità del soggetto e
cosí via. In questa sua nuova raccolta (particolarmente felice sia per
la struttura sia per gli esiti delle singole poesie) Bruno Galluccio
parte proprio dalla fisica quantistica e dalla piú aggiornata
cosmologia. La prima sezione del libro è per l'appunto un esempio di
poesia gnomica in cui, in versi quasi prosastici, vengono riassunti
alcuni principî scientifici di base. La poesia all'inizio della seconda
sezione segna un brusco cambiamento: dal mondo fisico della cosmologia
si apre uno scenario in cui appare l'essere umano e poi, a ritroso, il
formarsi delle prime cellule complesse, la sintesi dell'acqua che rese
possibile la vita, l'originaria rottura di simmetria nell'universo,
l'emergere del tempo... Nelle poesie seguenti l'uomo torna al centro e
il linguaggio poetico diventa lirico e denso, ma ormai, dopo il «corso
propedeutico», il lettore ha capito che non c'è centro e non c'è
periferia, che lo spazio-tempo è una creazione in fieri anche per la
mente umana, che viviamo, per esempio nel dormiveglia, in universi
paralleli o sovrapposti. Macrocosmo e microcosmo sembrano obbedire alle
stesse leggi, in parte tutt'oggi misteriose.
lunedì 15 maggio 2023
Se non come di Chiara Galassi (Besa - Salento Books)
«La scrittura poetica di Chiara Galassi [...] si situa anzitutto nell'itinerario della poesia breve. Ogni testo della Galassi si risolve in pochi versi: un pensiero, un'illuminazione, un tuffo nel passato, una venatura di malinconia. Anche quest'ultima silloge conferma la scelta di campo dell'Autrice. Così come prosegue il suo percorso di mantenere in piedi le sue due anime linguistiche: l'italiano e il dialetto triestino». (Dalla prefazione di Daniele Giancane). Postfazione di Valerio Meattini.
domenica 14 maggio 2023
L'amore e tutto il resto. Poesie 1996-2022 di Andrea Temporelli ( Interlinea)
«Leggere senza scegliere è impossibile, e dirò che fra i testi sui quali mi sono soffermato con maggior piacere ci sono quelli di Andrea Temporelli»: era il 2000 quando Giovanni Raboni, recensendo due antologie, battezzava così (Arriva la carica dei poeti ventenni, la vera generazione postmoderna) l’esordio di un autore che torna con un’antologia personale sulla vita, sui valori e sui sentimenti: «Ma il conto è presto fatto: l’infinito / non si somma a infinito, bellamorte / che nulla dell’amore puoi sapere» dice il poeta confessando, alla fine, che «gli inganni dell’amore / hanno un timbro materno».
sabato 13 maggio 2023
Mosaico del viandante di Adelio Fusé (Book Editore)
Terzo capitolo - dopo "La veglia del sonnambulo" (2016) e "Tempo ventriloquo" (2019) - di una trilogia dell'erranza, "Mosaico del viandante" mette in scena un tu - il viandante - meticolosamente seguito nei suoi continui quanto imprevedibili spostamenti e incontri dall'io del poeta. Ne deriva una sorta di diario in seconda persona, nel quale l'io è tutt'altro che assente: l'io e il tu sono ognuno l'ombra dell'altro. Passato, presente e futuro si fondono in un'unica dimensione temporale trasfigurando il reale. Protagonista di un viaggio in espansione costante e giocoforza incompiuto, il viandante si imbatte infine in un mosaico raffigurante un suo lontano omonimo, un "rabdomante di sentieri / nella geografia del tempo". Lí il percorso non si conclude ma si rinnova.
venerdì 12 maggio 2023
Ribilanciare per sottrazione di Elisa Longo (Samuele Editore)
È un io lirico che cerca una definizione quello che si affaccia nei versi di Elisa Longo, una voce che si “sbottona parola per parola” nella grana dei testi, partendo dal ricordo lontano e preverbale del pane cotto in forno dalla nonna, l’idea di ritmo già presente nell’immagine della processione sull’asse di legno delle forme cotte, “il segno della croce sulla crosta” come un sigillo di sacralità impressa, ma anche il marchio di un dolore (“uno squarcio”) che percorre tutta la breve ma intensa ed affilata silloge dell’autrice.
Una sottile vena di crudeltà, riflesso di quella che macchia indelebilmente la vita, e presente in primis nei rapporti umani, permea questi versi, spesso evocata nelle chiusure perentorie e apodittiche delle poesie: “Per una volta staccami la testa.”; “esercitavi la tua libertà nel far morire di sete la menta.”; “le ossessioni sono insetti/ accartocciati dentro i rospi”. Dietro queste parole poetiche una personalità “intrappolata a spicchi”, “dislocata”, che si rifrange e riverbera non cercando un’unità primigenia perduta (“mentre cerco di scampare/una me assente/non significa per niente”) ma spostandosi a lato del quadro dell’esistere, come significativamente fa intendere il titolo: Ribilanciare per sottrazione.
Giovanna Rosadini
una prima versione della prefazione
è uscita su Atelier n.107
In principio
Prima di imparare a parlare
guardavo mia nonna ammassare
la doppia lievitazione del pane
era l’altare della pazienza.
Apprendevo dagli occhi la forma del tornare
in processione dal forno su un asse di legno
le pagnotte cotte allo squarcio
il segno della croce sulla crosta.
V
La luce risorta al mattino
sulle padelle nell’acquaio
sul forchettone al sole
e su tutto la gravità della sottrazione.
Eri già in cucina con l’ennesima sigaretta
cercavi alla finestra un orizzonte sgombro
esercitavi la tua libertà
nel far morire di sete la menta.
Su qualcosa dobbiamo avere controllo
intuirne l’ora esatta della fine.
VI
Fosse facile, come lo è per il cane
guaire in un recinto sapendo il suo languore:
del cibo, una coccola, uscire a fare pipí.
Sotto il portico dondolo indecisa
tra il bere un caffè o fumare un’altra sigaretta.
Il granturco mi cresce di fronte.
Torniamo sui nostri passi
per vedere se siamo cresciuti di piede
facciamo a pugni con le foto
speriamo che il filo entri nell’ago
al primo colpo
come se tutto non fosse
un calcolo delle probabilità,
diciamolo pure, una divisione.
giovedì 11 maggio 2023
Il compleanno e altre opere Florinda Fusco (Argolibri)
«Questo è il mio corpo/cucilo senza/memoria». I versi di Florinda Fusco sono emersioni, nel senso anche di "emergenza", da un poiein in crisi, insorgenze dal vuoto spazio della pagina, come un silenzio che "dice", riempito di sangue e carne, perché espressione di un farsi poetico corporeo e sensoriale femminile. I sensi appaiono potenziati dalla tensione poetica: il corpo, seppur frantumato e sezionato, come per le mistiche della tradizione (ampiamente studiate dall'autrice), sembra giungere dove la parola non può arrivare; scisso, ancorato al terreno umico con piedi, mani, pelle e ossa, ma costantemente attratto dalla visione, dall'estasi, dalla pulsione, abstractio mentis che sempre lascia segni sul corpo, ferite versali di una sofferenza lacerante incistata nel corpo. La parola perde così il suo tenore analogico e diviene "corpo" per se stessa, corpo politico, spettrale e dinamico, come snodo della tensione, come derma della relazione abissale tra vita e morte, tra necessità del dire e afasia: corpo scrivente, sessuato, iper-esposto, benché usato, come ha scritto Biagio Cepollaro, «per un'esperienza che di corporeo non ha più nulla». Una ricerca poetica che affonda nel pre-verbale, verso l'oltre della parola, per cui le immagini e i suoni sembrano giungere da un luogo lontanissimo, «da una profonda instabilità semantica, da dove si ricomincia a parlare, a nominare», ha scritto Giuliano Mesa. Una poesia radicale, intesa come interrogazione al mondo che non può avvalersi di vecchie risposte, di vecchie domande - e che domanda ancora, "di nuovo", protendendosi «verso la precoscienza del genere, prima del gender ma anche oltre il gender, scavalcato per estremizzazione sensoriale e auto-percettiva, tra residui di coscienza politica e lacerti di memoria autobiografica», come precisa Margherita Ganeri. Interlocutrici fondamentali dell'autrice sono Simone Weil e Hannah Arendt, tra quelli più propriamente poetici Amelia Rosselli, Edoardo Cacciatore ( attraversati a lungo dall'autrice nei suoi studi e nella produzione saggistica) e Alejandra Pizarnik. Nel libro, oltre all'inedito Il Compleanno, è contenuta la trilogia Tre opere (Linee, Il libro delle madonne scure, La Signora con l'ermellino) che ha reso Florinda Fusco una delle voci più innovative e radicali della poesia italiana del nuovo millennio.
mercoledì 10 maggio 2023
Lettere a Valentinov di Gabriele Frasca (Luca Sossella Editore)
Mettendo a risuonare l’offensiva di primavera e un articolo di Pasolini del 1974, le purghe staliniste e la corsa allo spazio, i fatti del 1977 e una zarzuela di José Serrano Simeón, un sogno inquieto di Trockij e l’incubo prossimo al risveglio di Philip K. Dick, Frasca descrive un mondo che era già in quarantena prima che ce ne accorgessimo.
Le Lettere a Valentinov nascono intorno a un’interrogazione: com’è accaduto che un secolo iniziato con l’inerzia progressiva delle rivoluzioni sia culminato nella restaurazione di una società ferocemente iniqua e diseguale? E che ruolo hanno in questo scivolamento le pandemie? Gabriele Frasca risponde indagando non poche “rime della storia”, e fra tutte quella che lega l’epidemia di spagnola di un secolo fa, arrivata a falcidiare l’Europa e il pianeta insieme alla prima guerra mondiale, a quella in corso.
martedì 9 maggio 2023
N O T T A R I O - Aforismi 2015 – 2021 di Marco Ercolani (I Quaderni del Bardo Edizioni di Stefano Donno)
L’editore “I Quaderni del Bardo” di Stefano Donno di Lecce, è lieto di comunicare l’uscita del secondo volume “Nottario” di Marco Ercolani, della collana di aforismi ”Dissensi” diretta da Donato Di Poce.
“L’arte: un nuovo universo la cui illusione persuada più del mondo reale.
Non una mente ordinatrice, non un progetto della ragione, ma il sonno
in cui sembriamo non esistere: a questa pausa si ispirino le scienze
dell’uomo. Cancellare il reale con un mondo visto nel sonno, senza che
diminuisca il desiderio di sognare.”
Con questo incipit, l’autore ci apre le porte segrete del suo diario notturno (Nottario) con cui ci regala bellissime riflessioni e aforismi, sulla vita, l’arte e la scrittura e come scrive l’autore: ” Nottario vuole attirare il lettore in un laboratorio poetico dove abiti un’idea inconciliata ed estrema di scrittura, una scrittura poetica che “ricerchi il compossibile” senza perdere “la fortuna dell’insonnia….”. una scrittura fatta di frammenti assoluti e inqueti che interrogano la vita, il lettore e la coscienza stessa dell’autore e come ci confida Ercolani: “…frammenti si assemblano nell’unicum che conferma il mio pensiero eretico e girovago, riluttante alla semplificazione”. (Donato Di Poce)
“Al mio Nottario metto mano ogni giorno, scrivendo quello che è il contrario di un Diario: se il “diario” accoglie le annotazioni diurne della percezione, il “nottario” rivela i soprassalti notturni del pensiero. Il mio Nottario non è dissimile dal Palais Ideal del postino Ferdinand Cheval, assemblato pietra dopo pietra, notte dopo notte, in decenni di semifolle lucidità: è questo il mandato a cui devo obbedire. Senza libri a cui obbedire la vita perde senso: libri che siano sorgenti, matrici, inizi, come lo è questo Nottario, crogiuolo di possibili opere in corso. Oggi, nella collana dei Quaderni del Bardo, ne pubblico alcuni frammenti. Nottario è, nella sua struttura, una raccolta di aforismi, riflessioni sapienziali, note estetiche, soprassalti poetici, che si susseguono cercando chissà cosa e chissà dove. La conquista dell’inutile è fondamentale: non corteggiarlo ma conquistarlo, farne il proprio racconto, la propria arte reale. Così come Werner Herzog trasforma il pianoforte, issato sopra le montagne, in Fitzcarraldo, non come simbolo di follia come estasi possibile di un’altra musica, cercando di compiere l’impossibile viaggio. Leonardo ammonisce “non si debba desiderare lo impossibile” ma lui non ha fatto altro che cercare di realizzare, nell’arte, nell’ingegneria, nel pensiero, proprio ciò che non sembrava possibile. Si è messo nella condizione di descrivere i suoi sogni architettonici rappresentandoli con pragmatica esattezza. Nottario vuole attirare il lettore in un laboratorio poetico dove abiti un’idea inconciliata ed estrema di scrittura, una scrittura poetica che “ricerchi il compossibile” senza perdere “la fortuna dell’insonnia”. Cito Nanni Cagnone perché da sempre il poeta di Armi senza insegne scava, all’interno della tradizione poetica contemporanea, un abisso di libertà irriducibile. «La più profonda esperienza della poesia è quella di una lontananza costitutiva». Dentro questa lontananza può esistere un libro come Nottario, discorde al suo e a qualsiasi tempo, e che, pur essendo stato scritto nel corso degli anni, si scrive sempre “adesso” perché i suoi frammenti si assemblano nell’unicum che conferma il mio pensiero eretico e girovago, riluttante alla semplificazione. (Marco Ercolani)
Info link al volume
https://iquadernidelbardoedizionidistefanodonno.com/posts/5775028398592085784?hl=it
Mail – iquadernidelbardoed@libero.it
La foto di copertina è di Paola Mongelli
La foto in quarta di copertina è di Chiara Romanini
Nota biobibliografica dell’autore
Marco Ercolani (Genova, 1954), psichiatra e scrittore.
Per la narrativa scrive: Col favore delle tenebre; Praga; Il ritardo della caduta; Vite dettate; Lezioni di eresia; Sindarusa; Il mese dopo l’ultimo; Carte false; Il demone accanto; Taala; Il tempo di Perseo; Discorso contro la morte; A schermo nero; Sentinella; Turno di guardia; Camera fissa; Prose buie; Preferisco sparire. Colloqui con Robert Walser 1954-1956; Destini minori; Un uomo di cattivo tono; Senza il peso della terra; Le forme dell’aria; Essere e non essere; Storie, forse incubi; Sentinella 2010-2022; 14 luglio 1929. Due lettere a Freud; L’età della ferita.
Per la saggistica: Fuoricanto, Vertigine e misura, L’opera non perfetta, Il poema ininterrotto, Fuochi complici, L’archetipo della parola, Galassie parallele.
Per la poesia: Il diritto di essere opachi, Sì minore, Nel fermo centro di polvere.
Ha collaborato e collabora a “Nuova Corrente”, “La mosca di Milano”, “Poesia”, “Nuova Prosa”, “Gradiva”, “Doppiozero”, “Perigeion”, “La dimora del tempo sospeso”, “Il Grande Vetro”, “Le nature indivsibili”. Nel 2020 fonda il blog Scritture. Partecipa al convegno internazionale “Bruno Schulz: il profeta sommerso”. Vince il Premio Montano, il Premio Aforisma - Torino in sintesi, il Premio Morselli e il Premio Smasher. Per le edizioni Viadelvento cura una plaquettes di Alberto Giacometti (Un personaggio vago) e una plaquette di Bruno Schulz (L’epoca geniale). In collaborazione con Massimo Barbaro scrive Paesaggio con viandanti, L’arte della distanza e Corrosioni. Nel 2020 ristampa il suo romanzo apocrifo dedicato a Bruno Schulz, Il mese dopo l’ultimo, con fotografie di Chiara Romanini e postfazione di Giorgio Galli.
Con Lucetta Frisa ha fondato la rivista “Arca”, diretto “I libri dell’Arca” e la rivista online “La foce e la sorgente”. A quattro mani hanno scritto: Détour, L’atelier e altri racconti, Nodi del cuore, Anime strane, Sento le voci, Il muro dove volano gli uccelli, Diario doppio e Furto d’anima.
Sito web e blog:
lunedì 8 maggio 2023
Poesie. 1968-2022 di Renzo Paris (Elliot)
“È morta. Chi non se n’è ancora accorto sta fuori di qui e prende questi versi per un ritorno. L’ultima volta è morta nel giorno dei morti ed io ho visto le tracce del suo corpo straziato. Quella bambola è attorniata da pochi sassi scheggiati, come nel gioco dei quattro cantoni. È cenere riarsa, vuoto di stomaco, porta socchiusa. È quello che volete che sia, questo nuovo bisogno di poesia.”
domenica 7 maggio 2023
Sul banco dei pesci di Carlotta Cicci (L'Arcollaio)
«Esiste in ogni anima uno scrigno di cose non dette, un universo percettivo ed esistenziale taciuto, per senso di cautela e opportunità, che sottende ciò che mostriamo. Alla poesia il merito, talvolta, di far emergere tali fondali, nel velo della metafora, dell'enigma non interamente disvelato. Carlotta Cicci nella sua opera di esordio "Sul banco dei pesci" con coraggio scandaglia questo greto scuro, e lo fa con parole che, pur vibrando in superficie di sonorità e sfumature ritmiche, di inquadrature icastiche, di pregiate intensità, rimangono ben radicate a un nucleo di smarrito, mirabile spavento: "Il seme del disprezzo/ dormiva sul giaciglio / accanto alla mia sagoma / vestita vergine a morte / chiusa nei gomiti / senza dio // perseguitata / esposta / interrotta // siete tremendi / voi angeli custodi / una colorata menzogna / nei giorni pietosi / un puro esilio di granito / con voce bassa e dolce" (...) "Sul banco dei pesci" è un diario nero e barocco, crudo, esiziale. Un salmo di solitudine, spoglio di approdi, di redenzioni e certezze, un cammino scalzo e sanguinante sulla roccia del vivere» (L'arcolaio 2022, prefazione di Alberto Bertoni).
sabato 6 maggio 2023
Misticamente al ventre sospesa di Daniela Fontana (Edita Casa Editrice & Libraria)
"Misticamente al ventre sospesa" come lo è ogni parola che va a comporre un verso e, infine, una poesia. Perché Poesia è lei stessa misticismo, imperscrutabilità illuminante. E questa silloge si sviluppa appunto come un rosario da sgranare. Dieci poemetti, ognuno composto da un diverso numero di stanze che si susseguono a ritmo incalzante. Brevi flash, l’esigenza della sintesi, un lavoro accurato per eliminare, quanto più possibile, orpelli, inutili articoli, pleonastiche punteggiature. Dieci poemetti, ognuno dei quali è ispirato a un tema portante: la natura e l’urbanistica, che si intersecano splendidamente agli stati d’animo, gli epiloghi, il sogno e l’attesa, il virus che ha rivoluzionato intere esistenze, le assenze, la memoria, le “beate solitudini”, i salti nel buio e i blocchi indesiderati ma necessari e infine la parola che accende anche i silenzi, il cui potere spalanca porte e taumaturgicamente cura."
venerdì 5 maggio 2023
Come sempre. Scelta di poesie 1992-2022 di Paolo Febbraro (Elliot)
La stanza si accontenta nel suo intero finché poroso e incauto non vi entro; col corridoio coabita il mio amore se lo sciame di mia moglie ne fa un centro. Sugli scaffali i libri promettono elargizione d'inganni. I ripiani parlano non appena mi distraggo o non appena l'ho fatto da anni. Risplendono, sonnecchiando, le usanze. Se le rispetti le porte non sono che un lungo custodirsi di aperture: l'ombra dei mobili diventa corona. Nell'intimo spiegarsi delle nature Orfeo e Euridice sono la stessa persona.
giovedì 4 maggio 2023
La via del poco di Anna Maria Farabbi (Al3vie)
"So solo che il mio canto è un poco. È la mia via. Che la poesia e la mia vita coincidono. Si intrecciano nella via del poco. Una via che ha la vocazione del vento, prossimo al nulla e portatore del tutto. Dopo cinque impronte liriche inedite che si incardinano nel titolo, sorgono in successione cronologica di pubblicazione editoriale otto opere nate nell'arco di venti anni, poco più: dal 1996 al 2022. Apro segnata dall'India, concludo la mia ricerca nei tessuti della terra giapponese. a.m.f. Le opere: solo il poco è la via, 2022 firmo con una gettata d'inchiostro sulla parete, 1996 fioritura notturna del tuorlo, 1996 nudità della solitudine regale, 2000 la magnifica bestia, 2007 segni, 2007 la luce esatta dentro il viaggio, 2008 il filo della carovana di sale e i miei dieci nodi, 2018 io sono alla poesia come pane al pane e vino al vino, 2021".
mercoledì 3 maggio 2023
Tutto è bello di Paolo Donini (LietoColle)
"Tutto è bello", dice il figlio dell'autore entrando al parco per giocare; tutto è bello, anche se le giostre sono rotte. E noi, compressi in una stagione nella quale fatichiamo a trovare elementi di bellezza partecipata, sorridiamo e ci commuoviamo davanti alla tenerezza di un padre che prende parte allo stupore del proprio bambino che scopre il mondo, sullo sfondo delle inquietudini contemporanee, davanti all'osservare come sia la forma infantile, che biologicamente ci prosegue, a dare "forma al tempo": ti guardo stamattina e stasera già/sarai diverso, il tuo faccino di oggi/è l'emblema di ogni istante che è,/ seppur già perso, nel presente/che si fa passato, il sapere/del vero che ci hai dato. Dopo tanta poesia del figlio alla (ri)scoperta del padre - spesso originata da una separazione mortis causa - leggiamo finalmente un autore che, con proprietà e delicatezza, rovescia il paradigma dirigendo il fascio di luce verso la vita
martedì 2 maggio 2023
LA MATERIA DELLE PAROLE. Testimonianze critiche per la poesia di Ennio Cavalli (Macabor)
Giornalista professionista, Ennio Cavalli è stato inviato speciale della Rai e caporedattore culturale dei Grr-Rai, per i quali si è sempre occupato di cultura e spettacoli. Poeta e scrittore dal genio multiforme, ha ottenuto numerosi importanti premi nazionali, tra i quali il “Campiello - Giuria dei Letterati” per il romanzo Quattro errori di Dio, il “Viareggio” Poesia con Libro grosso, il premio “Elsa Morante Ragazzi” con I gemelli giornalisti sono io! il “Camaiore” alla carriera nel 2020. È presente nelle principali antologie di poeti. I suoi libri più recenti sono le poesie di Amore manifesto (La nave di Teseo 2022) e il romanzo Parabola di un filo d'erba (Castelvecchi 2022). I saggi che compongono questo volume monografico li abbiamo immaginati come condensazioni, riflessioni collettive che aiutino a svelare ciò che nei versi di Ennio Cavalli i loro autori hanno trovato da comunicare. E crediamo che questi saggi, assieme alla ricca antologia e agli apparati, compongano una lettura collettiva preziosa e utile per approcciarsi al mondo poetico di un autore sui generis, che dell’uso scoppiettante della parola, dell’ironia pungente, del sentimento visionario ha fatto il suo mondo espressivo.
Hanno collaborato a questo volume Emma Giammattei, Renato Minore, Alessandro Fo, Elio Grasso, Maria Grazia Calandrone, Bonifacio Vincenzi, Giuseppe Goffredo, Pino Corbo, Marta Celio, Mario Famularo.
lunedì 1 maggio 2023
Nuovo libro di poesie per i Quaderni del Bardo Edizioni di Stefano Donno dal titolo “E se nel giallo ti vedrò” del poeta Marcello Buttazzo
Esce il nuovo libro di poesie per i Quaderni del Bardo Edizioni di Stefano Donno dal titolo “E se nel giallo ti vedrò” di Marcello Buttazzo con le note introduttive di Vito Antonio Conte e Roberto Dall’Olio. La casa editrice è lieta di questa nuova avventura editoriale
“Così è la poesia di Marcello Buttazzo. Nei suoi versi ho (da sempre, vieppiù in quelli di quest’ultima silloge) notato (da lettore onnivoro appassionato di poesia) l’affermarsi di due fondamentali aneliti: la ricerca (quasi disperata) d’un amore totalizzante d’antica matrice campaniana (l’esergo che omaggia Dino Campana è sintomatico) che fa pensare alla donna-Chimera e il perfezionamento d’un versificare puro (frutto edono d’una bambina semplicità di vita capace d’una sensibilità profonda). Ho avuto già modo di dire e scrivere della mia considerazione per la poesia di Marcello Buttazzo, qui richiamo l’incipit, affermando l’universalità delle sue liriche e aggiungo che, oltre ai tratti salienti che le connotano (ossia slancio sentimentale – carnale e spirituale – verso la donna musa, empatia con gli ultimi della terra, amore per la natura, ricerca mai doma del dialogo con l’altro da sé), la novità è nell’introduzione decisa del tema della morte e del suo mistero. Si tratta di versi resi col solito impasto di sillabe, neologismi e stilemi e predicati cari all’Autore (che possiede un suo personalissimo ricco vocabolario – quasi un esperanto) declinati e coniugati febbrilmente sì da evocare immagini tetre o coloratissime (a cristallizzare i suoi stati emozionali) in uno all’effetto musicale provocato dalle assonanze dissonanze e allitterazioni (mai utilizzate sterilmente). Marcello Buttazzo canta, a volte ossessivamente attraverso la reiterazione di lemmi e situazioni, la vita (la sua e quella d’intorno) rendendola in versi frementi sino alla vertigine. L’esito (rinvenibile specialmente dalla lettura a voce alta di questi versi) è quello d’un intreccio polisonoro e policromatico che consente di entrare nel mondo poetico di Marcello Buttazzo. Parafrasando il titolo della silloge, chi entrerà nel giallo non solo vedrà ma altresì sentirà interamente la sfera incantata e lacerata del poeta, il suo senso della morte e della sua gioia invincibile. (Vito Antonio Conte)
Questo libro di Marcello Buttazzo offre un panorama lirico di grande intensità e sicura grandezza. Il lirismo è una scelta ed è anche un destino convinti, che il poeta salentino offre, soffre e persegue con una profondità degna veramente di nota. Il libro in apparenza pare seguire una sua scia personalizzata di colori, i quali hanno caratterizzato e dato forma a due precedenti suoi testi; in realtà si stacca abbastanza nettamente da questi ultimi pur mantenendo una liricità diffusa che è, come dicevo dianzi, la cifra forse più ampiamente riconosciuta del suo fare poesia. O perlomeno la cifra più connotativa e intensamente inseguita in una stagione nella quale, almeno in Italia, pare dominare un certo antilirismo. Perché questo iato, rispetto ai due libri precedenti; ove si trova? In fondo la poesia di Marcello Buttazzo è e resta una lirica d’amore nel senso più ampio di questo termine a sua volta così ampio e il presente libro non si sottrae certamente a ciò. Ma, sullo sfondo, si agita una certa disperazione, o forse lacerazione, un’ansietà diffusa che non sembra trovare vera pace, che non si placa. Riguarda il destino del poeta e del mondo.
«E se nel giallo/ ti vedrò/ sarà per tenere/ acceso il sole./ Ambra/ e sconquasso minerale/ ambra/ ed effluvi di vento/ nei tuoi capelli scompigliati./ E quel raggio di luna/ che ieri ho scorto rotonda come le tue gambe di giunco./ E se nel giallo/ti vedrò/ sarà per stringere/ il fiore del tuo grano. (…)/ E se t’incontrerò/sarà per lumeggiare/ la notte,/ per seguire la scia/ della tua stella/ che mi guida/ anche nello scuro/ ancora,/ ancora/ ancora». (Roberto Dall’Olio)
Info link
https://iquadernidelbardoedizionidistefanodonno.com/posts/3621445311411035922?hl=it
domenica 30 aprile 2023
Alla radice impura di Stanislao Donadio (Apollo Edizioni)
"Cerchiamo di vedere insieme com'è strutturato questo libro, la sua morfologia. In quale forma e ordine il poeta ci consegna il suo mondo che, come già detto, non è un insieme di parole ma Vita, Vita come ferita nell'inesistenza, per dirla con Ritsos. La raccolta è suddivisa in quattro sezioni, ognuna delle quali ha un titolo: Alla radice impura, La quadratura del cerchio, Il potere delle ciliegie, Il tessitore delle anguille. La prima sezione dà il titolo all'intera raccolta. L'ordine delle sezioni è quello cronologico; infatti, le poesie coprono il periodo 2012-2015. L'intero corpus si compone di 222 poesie, pari a 3994 versi. La prima sezione, quella relativa al 2012, si compone di 49 poesie e 749 versi; la seconda di 56 poesie e 953 versi; la terza di 61 e 1151 versi; l'ultima di 56 componimenti e 1141 versi. Non vi sono significative differenze tra gli anni; la produzione del Nostro non ha registrato particolari momenti legati al suo fare poesia. Al di là della motivazione cronologica, non mi pare di intravederne altre, quali il genere, il registro, o stilistica. Temi vari con la versificazione tipica del poeta si riscontrano in tutte le sezioni. Se qualcosa di diverso è da segnalare è una certa difformità nel linguaggio, del codice espressivo, utilizzato nella prima sezione rispetto alle altre tre. La scrittura è più quieta, più sobria e accessibile, mentre è sempre più ostica e tormentata nelle altre, più surreali le immagini poetiche fino a vertici di paradossi fulminanti, di visioni oniriche, che rappresentano la peculiarità della poetica di Stanislao Donadio. Il suo personale modo di abitare la poesia. Pur essendo una raccolta che si riferisce a un periodo breve, non è legata a una stagione della propria vita, o rappresentativa di eventi indicativi o significatici del vissuto del poeta. Così almeno a me appare. Per i tanti temi trattati, dai ricordi giovanili e adolescenziali alla maturità, dalle aspirazioni politiche alle subentrate delusioni, dalla complessiva visione filosofica dell'esistenza all'attenzione ai testi sacri, mi pare che si debba parlare di composizioni che ben rappresentano l'essenza dell'uomo, che trova nella poesia, e nelle virtù della parola, un eloquente risultato e valore, un appagamento, sia pure di disperata speranza, di serena inquietudine. La raccolta si chiude con una poesia dal timbro robusto, «Poesia dell'altra vita», uno sguardo non più a questi giorni ma a quelli dove il vento più non tira e se c'è la pioggia è pioggia che non dura. Non so se è stata una scelta consapevole del poeta nel porre a conclusione di questo libro una poesia di grande impatto emotivo, come si faceva un tempo con i canzonieri, di certo è un suggello forte, che lascia nel lettore una immagine luminosa quanto proiettata Nell'altra vita." (dalla prefazione di Giovanni Pistoia)
sabato 29 aprile 2023
Nove lame azzurre fiammeggianti nel tempo. Poesie, immagini, descrizioni, lettere, favole 2003-2020 di Tommaso Di Dio (Scalpendi)
Cosa dicono di noi le parole del passato? E quanta verità tradiscono le immagini che ci ritraggono? In questo libro sono raccolte in ordine cronologico, dal 2009 al 2020, tutte le poesie pubblicate dall'autore in plaquette d'arte e ormai quasi del tutto introvabili. A queste, si aggiunge una scelta di poesie inedite che formano la preistoria di un esordio, in uno scavo dei presupposti necessari ad un destino di scrittura. Il percorso di poesie è infine accompagnato da una sequenza di immagini, alcune tratte da archivi custoditi in rete, altre appartenenti all'archivio familiare dell'autore, descritte meticolosamente da alcune prose, che rintracciano momenti simbolicamente rilevanti della biografia dell'autore.
venerdì 28 aprile 2023
Amo ergo sum di Antonello Di Carlo (Rupe Mutevole)
«“La letteratura è una difesa contro le offese della vita”, scrisse Cesare Pavese sul diario che tenne lungo tutto il corso della sua vita: Il mestiere di vivere. Si pensa che la stessa cosa possa essere detta per Antonello Di Carlo, infatti dai suoi versi emerge una condizione esistenziale e una riflessione su alcune problematiche attuali che nel momento stesso in cui il poeta le esplica, determinano interiormente nell’io non solo una liberazione, una catarsi, una barriera difensiva contro le offese che la vita riserva, ma anche il raggiungimento della verità. Dotato di solida cultura, egli spazia anche nel mito greco per dare voce al suo poliedrico sentire, ma soprattutto per esplicare il suo amore per lei, il vuoto creato dal suo allontanamento e dalla sua assenza, infatti “... non è amore \ se muta al realizzarsi \ di un cangiamento \ o si affievolisce \ quando l’altro si allontana \...” (Impavido amore).» (dalla prefazione di Francesca Luzzio)
giovedì 27 aprile 2023
Ex madre di Francesca Del Moro con le illsutrazioni di Loredana Catania (Arcipelago Itaca)
"Ex madre, una definizione di sé ferocemente stigmatizzata da un'ufficialità burocratica spersonalizzante. Con valore privativo. Indica che la condizione o funzione espressa dal sostantivo stesso è ormai decaduta o cessata. Il titolo è il luogo del piccolo, immane, orrore privativo. Il complemento latino di moto da luogo si esprime con ex + ablativo; ex matre, con piccola lenizione della dentale che da sorda si fa sonora, diventa ex madre. La madre è il luogo del lutto. È da un luogo postumo, da una condizione postuma, che scaturisce questa poesia. Ex madre, perdita del sé più viscerale, perdita dell'identità più radicata nel corpo. Il corpo diventa un guscio svuotato che si confonde con la polvere della terra e aspira al pulviscolo divino. Non dal distacco che si fa stile sublime ma da un'identificazione totale, l'orfanità della madre, col figlio morto, che si fa stile umile, classicamente opposto allo stile sublime. Humilis, della terra, dalla terra, humus. Spesso in questi versi si parla di "occhi rotti", di uno sguardo fisso a terra. Il corpo di chi scrive vi giace, un corpo rotto che cade nella scrittura. La poesia è un corpo sostitutivo, di parole, un corpo ricucito dalla scrittura di una mano estranea, alienata a sé, il corpo in balìa del dolore infinito." (dalla prefazione di Rosaria Lo Russo)
mercoledì 26 aprile 2023
Nel villaggio oscuro. Poetica e poesia di Eugenio De Signoribus (MannI)
L'itinerario poetico di Eugenio De Signoribus trasmuta nella vita della lingua le lacerazioni e le opacità e i bagliori dell'esistenza. Accoglie il visibile – con le sue ferite, con il suo chiuso orizzonte – in un movimento del verso la cui musica non vela l'asperità, e nella forma dolorosa lascia trasparire quella dolcezza che per i primi poeti della nostra lingua era il proprio della poesia. "L'amore della lingua contiene gli altri amori", scrive. La riflessione sulla poesia si modula sia nella forma della prosa sia nella forma del verso. La prossimità al visibile della natura, alla sua bellezza, dialoga con la meditazione sul male che assedia il nostro tempo, la peregrinazione nell'ombra non distoglie lo sguardo dalla luce. Come la malinconia non è separata dall'indignazione, l'esplorazione interiore non distrae dal compito civile di denunciare le forme violente del potere.
martedì 25 aprile 2023
Incandescente di Lucrezia De Lellis con le illustrazioni di Barbara Mignacca (Eretica)
La poesia attraversa la distanza tra significati e significanti. Ha il compito di dissolvere, dal participio passato latino dis-solutus: disfare, separando e disordinando le parti che compongono un tutto o mandando questo in frantumi. Le metafore, incandescenti, infuocate, ripristinano più veri e più lucenti i legami tra le parole, e delle parole con il nostro personale vissuto. Essa germoglia tra le macerie dell'anima dopo che, imprudente, si sporge a osservare la profondità del divario tra sé e il mondo. All'origine non vi è mai una pace interiore ma una vertigine di fronte al paradosso che fonda il senso.
lunedì 24 aprile 2023
Dal lago del cuore. Cinquantasei tersicoree tre sonetti e una strofa in sesta rima di Mauro De Maria con la curatela di Pasquale Di Palmo (MC)
Ut pictura poe?sis: si potrebbe partire dalla celebre formula oraziana per inquadrare questa nuova, elegante raccolta di Mauro De Maria, autore appartato e riflessivo che ha al suo attivo tre libri poetici di indubbio spessore. Affidati al «lago del cuore» ci lasciamo trasportare dai suoi componimenti ariosi e, al contempo, strutturati entro lo scheletro di forme chiuse (cinquantasei tersicoree, tre sonetti, una strofa in sesta rima) che documentano un lavoro artigianale rigoroso che tuttavia non rinnega il senso di perenne stupore, di meraviglia che traspare da questi versi. È un dettato che nasce spontaneamente dalle ceneri di un vissuto abbarbicato, come manine d'edera a un capitello corinzio, a modelli figurativi di prim'ordine: Paolo Uccello che, secondo la lezione del Vasari, concentrato com'è nell'elaborazione di un disegno, non ottempera agli inviti provocanti della moglie, o l'amata confusa con gli angeli del Parmigianino, dal collo allungato come una modella di Modigliani. È come se De Maria proseguisse nella stesura di un canzoniere amoroso senza fine, con echi montaliani che si riverberano da una raccolta all'altra, affidandosi a una pronuncia delicata e tesa, imperniata intorno a una realtà composita, sublimata da suggestioni cólte, atte a rivendicare la loro necessità. Si tratta di poesie che, nella loro inesausta ricerca di perfezione formale, si incidono in testa con la precisione con cui si stagliano le elitre filiformi di un coleottero nella collezione di un entomologo. (P.D.P.)
domenica 23 aprile 2023
GUARDANDO LA MAR. IL NOSTRO CHI (autrice Annelisa Addolorato, iQdB, Lecce 2022) dello scrittore spagnolo Bruno Mesa
"Sé que tu poesía también servirá a la felicidad de muchos" - So che le tue poesie serviranno anche alla felicità di molte persone. Penso che nel tuo libro ci siano delle poesie accurate e commoventi. Sai muoverti tra la riflessione e il lampo poetico. (Bruno Mesa)
In copertina Ara dell'eterna primavera, di Sofia Stucchi - acrilico su tela, cm 70x50, 2017/2018
Del tutto diversi di Alberto Fraccacreta (Interno Poesia)
Canzoniere straniato con andamento narrativo, scandito dall'avvicendarsi progressivo dell'incontro con la crepitante donna amata, Delia, e le sue ipostasi (Flaca, Cordelia) - quasi un'umana trinità raccolta in emblemi mariani -, Del tutto diversi racconta il match dei sentimenti, tra deboli tentativi di avvicinamento ed effettive agnizioni. La fuga della fanciulla persiste, dentro il suo insondabile mistero e nonostante l'agguanto, nella disseminazione di senso del mondo contemporaneo, in una declinazione anche politica. È, dunque, la biografia ideale di un'intera generazione che, ferita e fiduciosa, tenta di aprirsi a una più ampia ricerca di verità sull'amore, sull'alterità e sull'infinita ricchezza della diversità. Prefazione di Elio Grasso.
sabato 22 aprile 2023
Le ombre di Periandro di Stefano Decima (Porto Seguro)
Periandro era considerato il secondo tiranno di Corinto ed è protagonista di una storia, diventata mito, che parla di manipolazione, inganno e incesto. Ha un rapporto sessuale con la madre, nel buio, del tutto ignaro del peccato che sta per compiere. Ma fuori dall'ombra, la luce gli mostra l'imbroglio al quale è stato piegato: la pazzia è la conseguenza inevitabile. Ma perché Periandro? La madre decise di punirlo perché colpevole di qualcosa di inevitabile e spontaneo: lui evolveva, cresceva e si allontanava da lei ogni giorno di più. Imperdonabile, ma così naturale e così umano, da permettere a ognuno di noi di riscoprire, attraverso questa storia, il peso inesorabile dell'esistenza. Questo è il punto di partenza di Stefano Decima, che attraverso liriche e canzoni, riattraversa i cardini malati del rapporto con sua madre, alla ricerca di una via di fuga e di quella luce in grado di scacciare ogni imbroglio.
venerdì 21 aprile 2023
Defrost di Diletta D'Angelo (Interno Poesia Editore)
La foto di un vitello da allevamento apre il testo, segue una poesia fuori sezione che introduce ad un personaggio, a un nesso. Si parla di Phineas Gage: operaio statunitense traumatizzato cranico a seguito di un incidente. Attraverso Gage e le sue vicende Diletta D’Angelo costruisce un parallelismo tra personaggi umani e animali, vicende rimosse e richiamate alla memoria, ambientazioni interne ed esterne alla casa. «Più che una raccolta di testi», come sottolinea Carmen Gallo, «il percorso disegnato dalle quattro sezioni di poesie e prose, ricche di rimandi interni, si presenta come un’ossatura compatta e riconoscibile. A questa è demandato il compito di tenere insieme i pezzi di un racconto straniante e allucinato, di arginare in una gabbia figurale una materia umana altrimenti indicibile». Con «una struttura metrica a dir poco perfetta», come afferma Alberto Bertoni nella sua nota al testo, “Defrost” di Diletta D’Angelo è un’opera prima di poesia con una maturità espressiva originale e potente.
giovedì 20 aprile 2023
Prima di nascere di Claudio Damiani (Fazi)
La nuova raccolta di versi di uno dei più grandi poeti italiani contemporanei.
«La poesia di Damiani è una poesia grandissima perché va al cuore del problema, là dove la vita e la morte si guardano negli occhi e si riconoscono come parti del tutto.» – Marco Lodoli
Damiani
continua il suo viaggio di esplorazione dei cieli sorvolando una guerra
cosmica quotidiana di cui sono ignote le vere cause. Parte da un chiodo
fisso che aveva da bambino, all’età di quattro-cinque anni: si chiedeva
dove fosse potuto stare prima di nascere, sospeso nel cielo, dove
avesse potuto poggiare i piedi: «mi sembrava incredibile non essere
esistito prima / e mi sembrava incredibile pure di essere esistito». Il
viaggio lo porta alla sua infanzia e alla nascita, a prima di nascere e
anche a dopo la vita, come se questa fosse il tratto visibile di una
linea invisibile, o meglio di una catena, o di una rete di catene e
anelli tutti collegati. E come un suono copre un altro suono, questa
rete meravigliosa quasi copre la nostra angoscia, la nostra ignoranza
come di bestie condotte al macello, o forse a un rito sacrificale.
Nel libro ritorna sempre l’abisso in cui il bambino si sentiva sospeso
prima di nascere, simile a quello in cui è sospeso l’uomo contemporaneo,
che, nell’immagine di Emanuele Severino, è come un trapezista che ha
appena lasciato un trapezio e non ha ancora afferrato l’altro, e si
ritrova sospeso senza appigli sul vuoto.
Se il primo trapezio a
cui eravamo attaccati erano le verità religiose e metafisiche, comprese
fedi e speranze ideologiche più o meno recenti, che cosa sarà l’altro
trapezio che si sta muovendo nel buio verso di noi, di cui ci sembra di
sentire il sibilo impercettibile? Magari una frase scritta dentro la
natura, che ci aspetta tranquilla, nella nostra ricerca concitata, a cui
siamo forse vicini, e che non è una formula scientifica, ma una parola
che ci accoglie e ci acquieta, togliendoci dall’insostenibile ignoranza
in cui siamo. Intanto ci confortano gli alberi, gli animali, le montagne
e le ombre dei nostri cari, a cui stiamo vicini e da cui non vogliamo
allontanarci, mentre la tecnica corre a perdifiato, evoluzione naturale
anch’essa, e bisognosa di avere accanto, ancora e per sempre, l’arte.
mercoledì 19 aprile 2023
Fogli come foglie di Giuseppe Cuschera (ALE)
"Le orme cingolate, lasciate dalle pale meccaniche del sapere di mercato su scavi letterari clandestini, riducono l'opera di non insigniti poeti in minuscoli frammenti quasi mai ricomposti: quelli che ancora proponiamo sono i resti di poesie perdute, attraversate da vicissitudini culturali, ombre fra i grandi. (i soli a essere sempre citati). Il resto, è un emergere di trascurabili cocci, lontani dai canali di captazione delle politiche di fatture e ricavi. Eppure, oggi più che mai, questi semplici versi ci provano ancora, ad alimentare di liquidi potabili il bevaio povero di interessi. L'unica forma di conoscenza che li anima è l'avventura personale. Chissà se ogni raccolta poetica si trasformerà in una piccola montagna e ogni poesia una sua propaggine con gibbosità varie che si alternano, digradando da verso a verso. Se così fosse, potremmo vederla emergere in una turrita elevazione fra selle culturali dai vividi fianchi scoscesi, sparsa fra pensieri e autori disconnessi fra loro. Incredulo, qualche poema di pochi autori, che prima giacevano dissepolti fra pietrame dirupato, a volte risale con difficoltà, anelante l'interesse pubblico. E qualche curioso ne affronta la fatica. Però, come fiammate di paglia, sillogi come questa, che ancora si trovano allo stato di naturale giacitura, vengono poste su un pericoloso piano inclinato e abbandonati ad un destino di incertezza, se non addirittura poste in blocco su pendii e con un calcio fatte velocemente precipitare. Ma noi siamo dissetanti piccole cisterne di poesia, siamo eremiti di cenobi abbandonati, sparse capanne di canne e fango. Non mai ci arrendiamo, come ben si vede. E continueremo a costruire torri di difesa, di tipo "sceo", ad ostacolare chi ostacola la piccola cultura minore. Emblemi nella nebbia. Foglie verdi primaverili. Foglie in autunno..." (Proemio di Giuseppe Cuschera).
martedì 18 aprile 2023
Trame itineranti di Alessandra Cotoloni (Dragorosso Editore)
La vita è un intreccio di tanti incontri, relazioni, sentimenti . Ogni persona che incrociamo è quello stesso filo di cui parlavano le Parche, un filo che si intreccia con il nostro e dalla cui orditura nasce la Trama della nostra stessa vita. Una trama itinerante perché la vita è un vortice dinamico, un flusso che oscilla nello spazio regalandoci pensieri, sensazioni e sentimenti.
Fate Fogli di Poesia, Poeti! Links
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What To Say To Death by Ron Androla
"From the not so lofty perch of middle age, Androla sees in all directions: the blue smoke of days gone by, the gray & golden now...
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