La tragedia di un popolo scacciato dalla sua terra, umiliato e disperso nelle nazioni circostanti, privato del diritto di esistere, rivive nella sua autentica cultura, nelle sue tradizioni, nei testi dei suoi poeti più rappresentativi.
Sembra ritornare ossessiva la metafora del fuoco e del silenzio. Da una parte il Kossovo come terra di fuoco e sciabole, dall’altra come luogo del silenzio di identità negata.
Le poesie dei poeti del Kossovo sono allora una sorta di vangelo e di memoria, ma appaiono anche di una illuminazione profetica straordinaria. Sembrano scritte un attimo prima dell’esodo, un istante prima della scintilla che ha provocato l’incendio dei Balcani.
Poesie di: Ali Podrimja, Azem Shkreli, Agim Vinca,Brahim Avdyli, Diamant Abrashi, Din Mehmeti, Milazim Krasniqi, Mustafa Xhemaili, Shefqet Dibrani, Syle Mujaj.
Traduzioni di Demetrio Patitucci, Besnik Sopoti, Amik Kasoruho, Blerina Suta, Armando Gnisci.
A cura di Daniele Giancane.
Nessun commento:
Posta un commento