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sabato 7 gennaio 2023

Il mare beve me stesso di Francesco Cagnetta (Arcipelago Itaca)

Alzai la testa, chiusi gli occhi per uscire

e il dolore era già lì, impresso sulla faccia

al casello del primo fiato.

A quel tempo parve cauto, previdente,

un rumore al mercato della voce

lento si annunciò, si fece preghiera

e necessità, misura del limite,

cordoglio in prima persona.

Allora pensai che il dolore fosse chiuso lì,

tutto in una tasca e che bastasse

gonfiare le vene fino a cento

mancare l’appuntamento

sottrarre il corpo al suo feroce abbraccio.

Fu così che imparai a contare i secondi

e la salita, a contare solo sulle dita.


*

L’inganno è la sola verità che conosco

quando nel silenzio delle porte chiuse

a tavola con la propria fame

i denti cambiano rumore

cadono i quadri

e la lingua si riappropria di versi

che credevo estinti.


*

C’era un castello nel letto dei miei cari

due fari, dovevi saltare le mura

non cadere nella fossa delle mani

stare attenti ai movimenti

ai soffi tiepidi del naso

quando mio padre si girava di tre quarti

e parlava senza peso.

Il sonno lo aveva leggero.

E mia madre stava sempre uguale

nella stessa posizione del dolore

sembrava di contare le ore

di stare in una tomba egizia

l’occhio aperto sul tempo,

sul battito del silenzio.

Il sonno lo aveva leggero, pure lei.

Allora io temevo che si svegliassero

che facessero capolino

e mi portassero al posto,

al mio posto, al rango del cuscino.

A quel tempo volevo solo che dormissero,

ovunque dormissero, che mi lasciassero esplorare

il corpo quando il dolore era un puntino sulla pelle

e si poteva ancora giocare.


*

Hai misurato il tempo del bucato

hai bucato il cesto della lavatrice

mostrato l’insolenza dei panni sporchi

che tornano a risplendere

come se nulla fosse successo

come se non ci fosse prova,

alcuna traccia di colore

nessuna impronta di dolore.

 

Francesco Cagnetta, nato nel 1982, vive a Molfetta (Ba), è un avvocato. Alcuni dei suoi testi sono stati pubblicati e recensiti in rete su blog letterari come Neobar, Zona di disagio, Poetarum Silva, sulla Rivista il ClanDestino e sulla Rivista Letteraria Anterem; altri testi sono apparsi nelle seguenti antologie: “Trittico d’esordio” a cura di Anna Maria Curci, Cofine Edizione (2017); “Come una mezzaluna nel sole di maggio ricognizione della poesia pugliese 1975- 1994”, Fallone Editore (2017); “Dalla fine del mondo Poesie per Francesco”, Luce e Vita Edizioni (2018); Enciclopedia della Poesia Contemporanea (2020), Fondazione Mario Luzi; Antologia della Poesia Italiana Spagnola 2020 (Volume 2) Ciesart Edizione Internazionale Barcellona. Nel 2020 esordisce con “Pianeti di Carne”, Edizioni Transeuropa Nuova Poetica, segue “Il mare beve me stesso” edito nel 2021 da Arcipelago Itaca. Finalista di diversi premi, tra cui menzione d’onore al Premio Montano 2018 e 2019, Premio Don Luigi di Liegro 2020, Premio Internazionale di Letteratura Città di Como nel 2021, Poeti Oggi 2022.

 


 

 

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