Il ritratto di una protagonista del Novecento a firma di uno scrittore bestseller
«Una biografia e nello stesso tempo un dialogo a distanza» - Cristina Taglietti, la Lettura
È
la storia di una ragazza dalle lunghe gambe nervose quella che Paolo
Cognetti ha raccontato in questo libro, che scorre sotto i nostri occhi
come un docufilm. Milano, la montagna e la scrittura sono le cose che
sente di avere in comune con lei. La ragazza ha attraversato una
manciata di anni del Novecento: la sua famiglia borghese l'ha
imprigionata nel conformismo ma le ha dato la possibilità di fare
esperienze precluse ad altre donne, come studiare all'università,
viaggiare in tutta Europa, andare in montagna e scalare. Ha esplorato il
mondo con desiderio ardente, ha esplorato sé stessa attraverso la
fotografia e la poesia. Ha amato con sovrabbondanza e inesperienza, come
i suoi pochi anni le hanno consigliato. La montagna è sempre statala
sua maestra e il suo rifugio. Si chiama Antonia Pozzi ed è morta suicida
nel 1938, ma qui rivive per noi attraverso foto, diari, lettere e
poesie, frammenti di un'esistenza che palpita ancora grazie al racconto
di Cognetti che, mescolando le proprie parole alle sue, ce la
restituisce in un ritratto nitido e delicato: un omaggio a un'artista
che, senza saperlo e senza volerlo, ha scritto un capitolo della storia
del secolo scorso.
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