«Una celebrazione della vita terrena e dell'amore carnale» ha definito Benedetto Croce la letteratura "verista" che dalla fine dell'Ottocento rappresenta la realtà senza ipocrisie e contrabbanda il vero di situazioni disgustose, di amori mercenari, di sentimenti triviali. Per la prima volta sono raccolti in un'antologia di versi (recuperati in anni di ricerche) di autori noti, meno noti e sconosciuti, protagonisti di una tendenza poetica finora ignorata o appena citata nelle storie letterarie. Come ribadito da Croce, è «un punto di rivolgimento nella storia della poesia italiana».
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