In questo tempo ipertecnologico, abbiamo più che mai necessità di
riscoprire il cartaceo, i giornali, i libri, il profumo della poesia
d’inchiostro. La fatica e il sudore, che si sostanziano di parole, di
chi scrive come possibile e aurorale mestiere di vivere. Dovremmo
acquistare più quotidiani, più riviste, più libri, alfine di alimentare
fittamente la fiammella della conoscenza. La cultura è l’adattamento da
nutrire passo dopo passo, giorno dopo giorno, con pazienza, con
alacrità, con operosità. Amo frequentare l’edicola del mio paese e la
Libreria Palmieri di Lecce. A Lecce, presso la Libreria Palmieri, non si
va semplicemente ad acquistare un libro, ma a celebrare un incontro, un
rendez-vous con cari amici. La signora Anna Palmieri, intenta alla
lettura, nella sua postazione poetico- letteraria. E poi ci sono Luigi e
Daniela. Ieri mattina, sono andato a ritirare un volume, che avevo
prenotato giorni fa. “Con gli occhi al cielo aspetto la neve” (Manni
Editori, 2013) di Rossano Astremo, uno scritto sulla vita e sulle opere
di Antonio Verri. Un po’ d’anni fa, leggevo su “Il Nuovo Quotidiano di
Puglia” le recensioni e le incursioni letterarie di Rossano Astremo, che
oggi vive a Roma, ed è, tra le altre cose, un apprezzato docente e
scrittore. E qui ritorno sul concetto di adattamento culturale, che da
un punto di vista conoscitivo è qualcosa di più ampio e di superiore a
quello genetico e fisiologico. Così da poter asserire che la vera
evoluzione ormai non sia tanto quella biologica (studiata da Charles
Darwin e da altri naturalisti), che di fatto s’è pressoché arrestata, ma
quella culturale. In un tempo veloce che brucia e consuma tutto,
abbiamo bisogno di studiare, di leggere, di approfondire. E devo dire
che “Con gli occhi al cielo aspetto la neve” di Rossano Astremo è un
dolce viaggio nel mondo, nell’entusiasmo, nella militanza, nel candore
di Antonio Verri, un poeta, un intellettuale, che ha lasciato un segno
significativo nella storia della letteratura contemporanea.
su Spagine - Periodico del Fondo Verri
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