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iQdB casa editrice - I Quaderni del Bardo Edizioni di Stefano Donno

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giovedì 29 settembre 2022

Poesie di Pablo Picasso (Garzanti)

Questo volume, arricchito dalle riproduzioni di alcune splendide pagine manoscritte, raccoglie i testi più significativi di Pablo Picasso, in un autoritratto inedito e al tempo stesso fondamentale per comprenderne l'universo artistico.


Nel 1935, quando ha già 54 anni e attraversa un periodo di crisi nella professione e nella vita privata, Picasso comincia a scrivere poesie, una passione alla quale si dedicherà, con alcune interruzioni, fino al 1959 facendone il territorio di una geniale sperimentazione. Guidato da un istinto innato, maneggia la lingua con la stessa libertà inventiva con cui utilizza gli altri mezzi espressivi nel suo lavoro di artista. Ama i giochi di parole, gli inventari, le accumulazioni e le combinazioni.  Alterna il francese allo spagnolo; liriche composte di getto a elaborate riscritture basate sulla ripresa e variazione degli stessi elementi; poesie fiume, in cui le parole si spintonano proprio come gli oggetti si assemblano sulla tela, a labirintici componimenti a rizoma in cui la linearità è messa al bando: una scrittura personalissima, vertiginosa, inafferrabile, che sfida ogni classificazione ma a cui non sono estranee suggestioni colte, dal barocco spagnolo a Mallarmé, da Alfred Jarry al dadaismo e al surrealismo. Dietro il poeta si intravede in filigrana il pittore, con i numerosi riferimenti alla luce, alle ombre e soprattutto ai colori. Anche i temi che ricorrono sono gli stessi che popolano i dipinti: la Spagna, la corrida, le danze e i canti popolari; la guerra e la violenza della dittatura franchista; il cibo, l'amore, la morte. Arricchita dalle riproduzioni di alcune splendide pagine manoscritte, questa raccolta dei più significativi testi di uncorpus che ne comprende oltre 350 documenta un aspetto ancora poco noto dell'opera di Picasso contribuendo a far luce sul percorso creativo del più grande artista del Novecento. 
 

 

mercoledì 28 settembre 2022

Vera poesia di Giordano Bruno, Michelangelo Buonarroti, Tommaso Campanella (Edizioni e/o)

La poesia religiosa italiana ha una tradizione lunga e spesso sottovalutata. In questa raccolta di liriche, che fu Massimo Bontempelli a imporre all’attenzione del Novecento, riscopriamo i dialoghi metafisici sull’Amore di Giordano Bruno, i versi religiosi (ed eretici) di Tommaso Campanella; le rime di alta ispirazione di Michelangelo. Per Bontempelli la poesia è resistenza dell’anima umana alla Storia e alla Società, esigenza di elevazione dalle cose terrene. Compito del critico è riconoscere tra i poeti i “fedeli d’amore”, che sanno ascoltare il sentimento che ci lega al prossimo più caro e a Dio. 

 


 

martedì 27 settembre 2022

Il verso giusto. 100 poesie italiane di Luca Serianni (Laterza)

Da Giacomo da Lentini a Petrarca, da Gaspara Stampa a Tasso, da Leopardi a Caproni e alla lirica femminile: cento tappe, cento testi – noti e meno noti – alla ricerca del ‘verso giusto’.


Valore assoluto, rappresentatività e, naturalmente, gusto personale sono i criteri che hanno selezionato cento poesie scritte 'in italiano' nell'arco di otto secoli di storia letteraria: da Giacomo da Lentini a Petrarca, da Gaspara Stampa a Tasso, da Leopardi a Caproni, affacciandosi su qualche nome meno noto, dedicando attenzione alla lirica femminile. Questo libro delizierà i lettori che hanno la curiosità di riprendere in mano poesie un tempo accostate a scuola. Una lettura per gli studenti e gli insegnanti che vogliono scoprire o riscoprire il patrimonio letterario italiano, avvalendosi del commento di un insigne linguista. 
 

 

domenica 25 settembre 2022

La poesia delle donne in Puglia a cura di Daniele Giancane (Tabula Fati)

Perché una antologia riguardo le poetesse di Puglia? Perché non esistono a tutt'oggi - in questa regione - pubblicazioni del genere. Eppure la presenza di poetesse in Puglia è stata sempre evidente, da Carolina Bregante di Monopoli a Biagia Marniti di Ruvo di Puglia, che ebbe la ventura di pubblicare un volume (Più forte è la vita, Mondadori, 1957), con la prefazione di Giuseppe Ungaretti; da Claudia Ruggieri a Giovanna Sicari, e ad altre ancora. È un panorama da analizzare, studiare, riscoprire. Si tratta di cominciare a colmare questo vuoto. Sono qui antologizzate undici poetesse e il criterio che sottostà alla scelta di queste è stato quello della "densità estetica". Anzitutto, conta la capacità d'uso della parola, la fluidità del linguaggio, la "filosofia di fondo" complessiva, la proposta e l'originalità letteraria. È da mettere già in conto che ogni antologia è incompleta ed è soggetta a critiche sulla selezione degli autori; soprattutto un'antologia come questa, che apre un orizzonte sinora poco frequentato. Ma è una prima "apertura", una traccia sulla quale - si spera - autori e autrici vorranno in futuro lavorare, per definire, integrare, per passare altresì dalla semplice antologia allo studio critico. 

 


 

giovedì 22 settembre 2022

Gli specchi della luna. Poesia femminile del Novecento di Silvio Raffo e con la curatela Maria Grazia Amati (Bertoni)

"In corrispondenza con la crisi del Positivismo, movimento "maschile" per eccellenza, si assiste - dal Decadentismo in avanti - al potenziamento più o meno conscio, in tutte le espressioni artistiche, dell'elemento "femminile". L'intimismo, la sensitività, il misticismo, e quel peculiare gusto estetico che induce l'anima (più che l'animo) a soffermarsi sulle sfumature più sfuggenti e su tutte le (im)percettibili manifestazioni del mistero - ciò che, insomma, certuni amano chiamare "il lato oscuro della luna" -, sono queste qualità, eminentemente femminili, a caratterizzare marcatamente la poesia del nostro secolo: una poesia tutta lampi, illuminazioni, timori e tremori, spesso ripiegata su se stessa e rivolta agli strati più nascosti dell'io, a quel mondo dell'inconscio che Freud denomina appunto ambiguamente "il regno delle streghe". Non bisogna dunque stupirsi della copiosa rappresentanza femminile nel panorama poetico del Novecento: sono forse proprio loro, le donne, ad esprimere con voce via via più sicura lo spirito dei tempi nuovi" (tratto dalla Presentazione di Silvio Raffo). 

 


 

martedì 20 settembre 2022

Planetario e altre osservazioni di Andrea Gibellini (Marcos Y Marcos)

«La materia è dentro: un lungo canale
scuro tra erbe imbevute della sera,
nelle acque scritte nella notte, ruscello del sentire.»


Lo stile di questa raccolta è molto chiaro, si potrebbe quasi parlare di prosa poetica. Che non a caso, riflette prima di tutto su questa domanda: dove va la poesia? Qual è il suo territorio, quale il nostro rapporto con le immagini, come possiamo entrarvi, quanto la possiamo condividere? Questo il primo tema di Planetario. Ciò che l'uomo costruisce fuori e dentro la natura, assieme e contro la natura, in sintonia quasi musicale con essa, oppure in totale disarmonia. Questo il secondo tema. Quali le grandi paure di noi uomini e donne, quali i ripari, quali i rimedi? Il terzo grande filone attorno a cui ruotano queste poesie. 
 

 

lunedì 19 settembre 2022

Parabola sub di Luciana Frezza a cura di Antonio Bux (Graphe.it)

Luciana Frezza è stata una poetessa che ha lasciato nel nostro Novecento il suo segno profondo, solcato con lieve ironia. È stata anche fine traduttrice per i maggiori editori italiani dei poeti simbolisti francesi: Laforgue, Mallarmé, Verlaine, Baudelaire, Apollinaire, Proust e altri. A distanza di trent'anni dalla morte, viene qui proposta l'ultima opera pubblicata in vita dall'autrice, Parabola sub, dove si addensa tutta la maturità espressiva di una penna tanto elegante quanto complessa. La poesia di Luciana Frezza si contorna di un leitmotiv pop misto a un barocco funambolico, che spesso ha carattere eversivo e sembra conversare con i poeti "maledetti" che traduceva. Ma è proprio per il suo rigore ritmico che la poesia dell'autrice di origini siciliane si equipaggia di un bagaglio emotivo non semplicistico, anzi, piuttosto cogitante delle volte, mentre in altre pare tendere a un carattere semi-mistico, per la sua peculiarità deflagrante che aspira alla profondità pur rimanendo sulla superficie piana del mondo. Per dirlo con le parole della stessa Frezza, questa è un'opera che cerca tanto il fondo quanto una resurrezione: «Il libro è un tuffo. Parabola sub significa andare a picco perché è andata male, ma nello stesso tempo si approfitta di questo andare a picco per saperne di più. Non c'è un'idea del capovolgimento del mondo, ma di un capovolgimento della visione, come quando si guarda sott'acqua. Scendendo giù si può vedere se stessi come chi ha pensato e sognato tutto. L'intenzione è quella di esplorare in profondità, di battersi. Un venirne poi fuori terapeutico. Di toccare livelli inesplorati. Nel tuffo, dove c'è sicuramente la volontà di risalire». 

 


 

domenica 18 settembre 2022

Fuoco e ghiaccio. Testo originale a fronte di Robert Frost a cura di Ottavio Fatica e con la traduzione di Silvia Bre (Adelphi)

«Come un pezzo di ghiaccio su una stufa rovente la poesia deve cavalcare il proprio scioglimento». Questa spiazzante formula di poetica racchiude i due estremi del fuoco e del ghiaccio, al centro della visione di Frost come di molti suoi versi - estremi inestricabilmente complementari, di quelli che fanno il tormento e la delizia di critici e lettori. «Ma il bello sta nel modo in cui lo dici» recita un suo verso. Così, dietro i grandi monologhi drammatici espressi in un parlato popolare, come dietro i sonetti e le altre composizioni formalmente ineccepibili da lui predilette - del verso libero diceva che era come «giocare a tennis senza rete» -, c'è sempre qualcos'altro. Qualcosa che ci turba, che ci mette in discussione, e non si lascia domare. Sarà per questo che le sue poesie, anche a leggerle cento volte, manterranno sempre la loro freschezza, continueranno a custodire il loro segreto. In questa vastissima scelta, tratta da tutta la sua produzione, il lettore avrà modo di incontrare il maggiore poeta americano del Novecento, diventato paradossalmente, come tutto ciò che lo riguarda, il più 'moderno', forse perché il più refrattario, ingannevole, e a modo suo audace, fra i grandi modernisti. Quello con cui bisogna ogni volta tornare a fare i conti. 

 


 

venerdì 16 settembre 2022

Luigi Medri. Poesie a cura di Athos Geminiani e Gilberto Gavioli (Ediz. del Foglio Clandestino)

Note di Simonetta Medri, Giulio Franceschi, Paolo Lezziero, Roberto Marchi, Giorgio Oldrini, Cinzia Polino e Vasco Pasqualini

Jorge Luis Borges, citando l’editore Franco Maria Ricci, scriveva: «Pubblichiamo per non passare la vita a correggere i manoscritti». Potrebbe essere questa una delle ragioni per la nascita di questo libro, frutto dell’infinita perseveranza del poeta, e della dedizione di alcuni suoi amici-lettori. Un libro che mancava, un libro atteso, felice, che stupirà coloro che tra le pagine incontreranno un nuovo poeta. Un poeta che avrebbe cent’anni e che di molti secoli e parole si è nutrito. Il destino della poesia è di essere mutevole, anche tra le mani dei suoi autori. Chi la asseconda, deve lavorare, lavorare con la penna o la matita e cercare senza sosta. Anche se muove o cancella soltanto una virgola, questo segno delicato e svolazzante, leggero ma con la forza e la capacità di mutare un intero periodo, di rompere il blocco di una situazione, di stabilire le pause di un dialogo, di una vita. Come ben scriveva con rara arguzia Paolo Lezziero, poeta e anch’egli animatore culturale della nostra città. Le poesie di Medri nascono e rinascono più volte, non c’è mai il tempo di battezzarle perché muoiono in parte e poi di nuovo rinascono arricchite o semplicemente modificate. Non più o meno belle, la base è sempre quella di un lavoro alto, di un
collaudo sempre più efficace. Perché una virgola spostata può cambiare il mondo, sicuramente quello interiore del poeta […]. È una mania? Una fissazione? No. È il culto del bello ricercato attraverso la parola mai sufficiente a rendere l’idea interiore. Il libro raccoglie tutte le poesie di Medri, nella loro versione finale, per quanto possa essere definitivo un testo in poesia. Questo lavoro affettuoso e preciso  consente ai lettori di scoprire un poeta, che rinasce ora e torna a camminare per le nostre strade; un poeta che ci tocca il braccio, delicatamente, invitandoci a conversare con lui, a guardare per qualche istante lo stesso suo orizzonte. Una occasione da non trascurare. Oltre 100 poesie divise nelle sezioni pensate da Luigi Medri, nelle raccolte che videro solo nei sogni la loro realizzazione. E che ora prendono forma, forza e precisione, nella stampa, attraverso la voce dei nuovi lettori: la vostra voce.
 

Luigi Medri (Gigi) nato nel 1922 a Sesto San Giovanni e qui scomparso il 3 agosto 2018. È stato tra gli animatori della cultura sestese nell’immediato dopoguerra e fino agli anni ’70. In particolare è stato condirettore, con Pietro Lincoln Cadioli, del primo giornale «L’Incontro» e tra i fondatori, dimenticato, della BibliotecaCivica di Sesto San Giovanni. Aggiunge alle raccolte di poesia (La solitudine del giorno; Intermezzo; Le ultime mosche; L’impero del vento; E arcane voci e parole) due opere in prosa: Una storia piccola (1983) e L’ipicì (1988). Nel 1999, a cura della redazione dell’aperiodico «Il Foglio Clandestino», è stata pubblicata la raccolta poetica Antologia personale, seguita nel 2004 dalla Seconda antologia personale, in occasione degli ottant’anni del poeta. L’opera omnia ora realizzata è stata condotta dai curatori sulla base delle ultime revisioni dei testi curate dall’autore fino al 2017. 




mercoledì 14 settembre 2022

Comunque spero di Lesja Ukrainka (Carthusia) a cura di Teresa Porcella e con le illustrazioni di Sonia Maria Luce Possentini

"Contra spem spero" è una delle liriche più celebri e potenti della poetessa ucraina Lesja Ukraïnka. Nei suoi versi, con leggerezza e coraggio, esorta a trovare nel dolore e nel pianto la via per sopravvivere, risollevarsi dalle sofferenze, che nella vita inevitabilmente incombono, e continuare a sperare. Figura originale ed emblematica, vissuta a cavallo del '900, Lesja Ukrainka contribuisce a spingere la letteratura ucraina alle vette del lirismo, per contenuto e forma. I suoi componimenti sono espressioni di sentimenti potenti e profondi e di una personalità incredibilmente colta, sensibile e appassionata. 

 


 

A Word With Poet Edward Hirsch on Contemporary Poetry

fine, let's talk modern poetry.

Harold Bloom on Why Contemporary Poetry Sucks

martedì 13 settembre 2022

Disargini di Roberta Calandra (Nulla Die)

Una incursione sfacciatamente sentimentale tra anima, desiderio, limite che diventa principio di trasformazione, nutrita di biografia, mito, suggestioni letterarie. Un'epica del dettaglio ipersensibile, ironica e struggente, come questo tempo di resistenza impone. 

 


 

lunedì 12 settembre 2022

Ponti sdarrupatu - Il crollo del ponte di Alfredo Panetta (Passigli)

«… Perfettamente integrato nell’hinterland milanese, Panetta coglie nell’esercizio della lingua che più non si sa l’esigenza di una restituzione senza sconforto. La memoria in lui diventa possesso mitico, ed è stato Giancarlo Pontiggia a notare quanto – fin da principio – il suo verso sembri fatto “di calcinacci, di terra, di grumi, di grondanti umori”, ma – ribadisco – non di tradizionali lamenti più o meno cupi. C’è sempre, insomma, nei versi dialettali di Panetta, la concretezza estrusa di una parola incarnata, che coltiva gli schianti e che pare sporgere dalle rughe o dalle crepe profonde del vivere… Ma qui, nell’ultimo libro, c’è qualcosa di nuovo, qualcosa che muove da un tragico fatto di cronaca e che su quel fatto concepisce un intero e ben connesso, e laicissimo oratorio, cui tendo a dare un vero e proprio significato musicale, non foss’altro che per via di quei recitativi che ci parlano di vite perdute, di una Spoon River d’altri tempi e d’altra misura, ma sia ben chiaro: non imitativa… A colpire, poi, è un intero mondo di cemento e di catastrofe, un mondo di tondini che arrugginiscono, di malta che si sfarina, di stalli e pilastri che cedono di schianto. Un mondo così apparentemente lontano dalla poesia e così, invece, coraggiosamente convocato in un libro di forte configurazione morale…»

Dalla prefazione di Giovanni Tesio


 

Alfredo Panetta è nato a Locri (RC) nel 1962. Dal 1981 vive a Milano ma continua a scrivere nella sua lingua madre, il dialetto calabrese del basso ionico reggino. Le sue precedenti raccolte sono: Petri ‘i limiti (Pietre di confine, Moretti & Vitali, 2005 – premio Montale Europa per l’inedito), Na folia nt’è falacchi (Un nido nel fango, Edizioni CFR, 2011 – premio Pascoli), Diricati chi si movinu (Radici mobili, La Vita Felice, 2015 – premio Thesaurus) e Thra sipali e sònnura (Tra rovi e sogni, Puntoacapo, 2018 – premio Di Liegro). Diversi gli altri riconoscimenti ottenuti, in particolare il premio Gozzano e il Rhegium Julii. Coordina un laboratorio di scrittura poetica in una scuola primaria di Gallarate e cura una rubrica di poesia dialettale sul blog della Casa della Poesia al parco Trotter di Milano.

 


 

venerdì 9 settembre 2022

Poesie d'amore. Testo francese a fronte. Ediz. bilingue di Jacques Prévert (Guanda)

Nell'immaginario di molti lettori la poesia d'amore si identifica con la poesia di Jacques Prévert. Ed è una fama meritata, questa, per il grande autore francese. In un secolo in cui la poesia, spesso e volentieri, ha scelto la cifra dell'oscurità e la strada di un'inevitabile distanza dal grande pubblico, Prévert ha avuto il coraggio di andare controcorrente, di mirare dritto al cuore dei lettori, intonare la sua voce sul registro della sincerità e della spontaneità, adottando un linguaggio intessuto di una fitta rete di rimandi, giochi di parole e puntate ironiche. Ma la complessità del mondo prévertiano si estende anche al piano del contenuto e attraversa tutta la gamma del sentimento amoroso: dalla celebrazione della pienezza di un attimo fugace nei folgoranti flash di "Alicante" o "Paris at night", all'evocazione epico-tragica di un componimento come Barbara in cui, nella profondità temporale del ricordo, il lamento per la pena d'amore si fonde con il frastuono della guerra e della storia. Introduzione di Nico Orengo. 

 


 

Antonio D'Alfonso in conversazione con Gino Chiellino

Emilio Coco Voglio avere una casa

Cosa fa il collettivo/connettivo Fate Fogli di Poesia, Poeti!

Il Fondo Verri di Lecce, I Quaderni del Bardo Edizioni di Stefano Donno, La Casa della Poesia di Como, costituiscono il collettivo/ connettivo per la ricerca, promozione e diffusione della poesia nazionale e internazionale FATE FOGLI DI POESIA, POETI! In azione ideale con il manifesto di Antonio Leonardo Verri Il connettivo per la ricerca, promozione e diffusione della poesia nazionale e internazionale FATE FOGLI DI POESIA, POETI! è aperto all'inclusione su espresso desiderio e comunicazione dei richiedenti, di fondazioni, associazioni, aziende, enti pubblici e privati, attori sociali di ogni ordine e grado)

I componenti del Connettivo Fate Fogli di Poesia, Poeti!

Casa della Poesia di Como, Fondo Verri di Lecce, I Quaderni del Bardo Edizioni di Stefano Donno, Comune di Caprarica di Lecce, Associazione Sentiero dei Sogni, Compagnia Teatrale Scena Muta di Ivan Raganato, Associazione Culturale Macarìa, Gisella Blanco, ScriverePoesia Edizioni, Samuele Editore, Caffè Letterario - Lecce, puntoacapo Editrice, Ottavio Rossani, la rivista Utsanga diretta da Francesco Aprile e Cristiano Caggiula, Donato Di Poce, La Biennale di Poesia di Alessandria, NavigliPoetrySlam di Annelisa Addolorato, Vittorino Curci, Francesco Pasca, Marcello Buttazzo, Giuseppe Zilli, Alessio Arena, Alessandra Paradisi