«… Perfettamente integrato nell’hinterland milanese, Panetta coglie
nell’esercizio della lingua che più non si sa l’esigenza di una
restituzione senza sconforto. La memoria in lui diventa possesso mitico,
ed è stato Giancarlo Pontiggia a notare quanto – fin da principio – il
suo verso sembri fatto “di calcinacci, di terra, di grumi, di grondanti
umori”, ma – ribadisco – non di tradizionali lamenti più o meno cupi.
C’è sempre, insomma, nei versi dialettali di Panetta, la concretezza
estrusa di una parola incarnata, che coltiva gli schianti e che pare
sporgere dalle rughe o dalle crepe profonde del vivere… Ma qui,
nell’ultimo libro, c’è qualcosa di nuovo, qualcosa che muove da un
tragico fatto di cronaca e che su quel fatto concepisce un intero e ben
connesso, e laicissimo oratorio, cui tendo a dare un vero e proprio
significato musicale, non foss’altro che per via di quei recitativi che
ci parlano di vite perdute, di una Spoon River d’altri tempi e d’altra
misura, ma sia ben chiaro: non imitativa… A colpire, poi, è un intero
mondo di cemento e di catastrofe, un mondo di tondini che
arrugginiscono, di malta che si sfarina, di stalli e pilastri che cedono
di schianto. Un mondo così apparentemente lontano dalla poesia e così,
invece, coraggiosamente convocato in un libro di forte configurazione
morale…»
Dalla prefazione di Giovanni Tesio
Alfredo Panetta è nato a Locri (RC) nel 1962. Dal 1981
vive a Milano ma continua a scrivere nella sua lingua madre, il dialetto
calabrese del basso ionico reggino. Le sue precedenti raccolte sono:
Petri ‘i limiti (Pietre di confine, Moretti & Vitali, 2005 – premio
Montale Europa per l’inedito), Na folia nt’è falacchi (Un nido nel
fango, Edizioni CFR, 2011 – premio Pascoli), Diricati chi si movinu
(Radici mobili, La Vita Felice, 2015 – premio Thesaurus) e Thra sipali e
sònnura (Tra rovi e sogni, Puntoacapo, 2018 – premio Di Liegro).
Diversi gli altri riconoscimenti ottenuti, in particolare il premio
Gozzano e il Rhegium Julii. Coordina un laboratorio di scrittura poetica
in una scuola primaria di Gallarate e cura una rubrica di poesia
dialettale sul blog della Casa della Poesia al parco Trotter di Milano.