La silloge vuole partire dal cuore nel tentativo di arrivare al cuore. Senza finzioni né dissimulazioni, le liriche si abbandonano fiduciose l’una nell’altra, si fondono, mescolano parole e sensi, assumono molteplici identità di lettura e di pensiero per scivolare infine nel luogo più misterioso del creato: le nostre coscienze. È da lì, dal dogma più autentico dell’animo umano, che i versi tatuano sogni, curano smanie, sollecitano il risveglio dell’atavica memoria dell’essere. Un essere che trova nuova linfa senza mai dimenticare il tempo minimo trascorso alla ricerca del sé.

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